Don Giacomo Alberione benedice la nuova sede della Libreria paolina e della San Paolo Film a Bari, assistito dal superiore don Antonio Brossa e dal direttore don Ermenelgildo Botti, 16 marzo 1957 (Archivio Storico della Casa Generalizia della Società San Paolo)
I cinegiornali “Roma nel mondo”
I cinegiornali “Roma nel mondo” rappresentano senza dubbio un unicum nell’ambito delle attualità cinematografiche prodotte nella seconda metà degli anni Cinquanta non solo in Italia ma in tutto il panorama internazionale. Prodotti dalla San Paolo Film tra il 1955 e il 1960 essi rappresentano l’unico esempio di attualità cinematografiche a diffusione internazionale (oltre all’Italia, Olanda, Belgio, Germania, Svizzera, Stati Uniti e Canada), esclusivamente dedicate ai fatti vaticani e cattolici in tutto il mondo. La loro peculiarità è duplice: da un lato essi furono prodotti in stretto raccordo con le gerarchie vaticane costituendo una sorta di ufficiale cinegiornale vaticano, dall’altro essi furono prodotti da una casa di produzione diretta espressione di una congregazione religiosa, la San Paolo Film nata dall’intuizione del fondatore dei paolini, il beato Giacomo Alberione.
La San Paolo Film
Nata nel 1938, col nome REF (Romana Editrice Film), come società di produzione cinematografica della Società di San Paolo, congregazione religiosa fondata nel 1914 da don Giacomo Alberione, acquisisce la denominazione di Parva Film nel 1947, ad un anno dalla ripresa delle attività di produzione, e nel 1952 adotta la ragione sociale Parva-Sampaolo Film. Un successivo passaggio nel 1955, porta alla costituzione dell’ente morale San Paolo Film (anche Sampaolo Film) che infine nel 1985, si trasforma nella odierna San Paolo Audiovisivi.
Il progetto
I materiali che pubblichiamo sono frutto di uno specifico progetto di ricerca realizzato dal CAST tra il 2019 e il 2021, grazie un finanziamento della SIAE e alla collaborazione dell’Archivio Storico di Istituto Luce Cinecittà, dell’Archivio della Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura e dell’Archivio Storico della Casa Generalizia della Società San Paolo. Un lavoro poi perfezionato nell’ambito del progetto “Analisi e valorizzazione della documentazione storico archivistica sul cinema ed i cattolici”, realizzato dal CAST tra il 2021 e il 2022, è promosso nell’ambito dei “Progetti speciali per il cinema e l’audiovisivo” della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura.
La genesi, la ricerca, i risultati
A porre l’attenzione sulla testata cinegiornalistica “Roma nel mondo”, di cui dopo la sua cessazione a inizio anni Sessanta si era persa completamente traccia, è stato Pier Luigi Raffaelli che ne ha intuito tutta l’importanza analizzando nel corso del 2017 la relativa documentazione storica di revisione cinematografica presso l’archivio della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo. Col progetto ideato dal CAST si sono successivamente approfondite le ricerche negli archivi della Società San Paolo fino al coinvolgimento dell’Archivio Storico Luce che dagli anni Novanta, a seguito di un accordo di deposito con la Società San Paolo, conserva le pellicole di “Roma nel mondo” e ne detiene i diritti di sfruttamento.
Nell’ambito della collaborazione stretta con UniNettuno, l’Archivio Storico Luce ha dunque provveduto alla acquisizione digitale delle pellicole, consentendo poi l’intervento di catalogazione operato dal CAST e alla loro pubblicazione sul sito dedicato per la loro consultazione e diffusione. L’accordo con la Società San Paolo e con la Direzione Generale Cinema e Audiovisivo ha consentito anche la pubblicazione sul sito CAST della relativa documentazione della revisione cinematografica.
Il fondo
La bancadati consente di accedere alle schede di catalogazione dei 59 cinegiornali prodotti secondo quanto risulta dalla documentazione rinvenuta. I cinegiornali sono articolati ciascuno in specifici servizi monografici dedicati a temi ed eventi della vita ecclesiale e del mondo cattolico, per un totale di 178 documenti audiovisivi. Nel caso di 11 cinegiornali non sono disponibili ad oggi i documenti audiovisivi, ma sono presenti le schede di catalogazione i cui dati sono rilevati dalla documentazione allegata della revisione cinematografica. Nel caso di 3 cinegiornali (n. 17, 18 e 20) sono disponibili i documenti audiovisivi, ma non la relativa documentazione ministeriale.
Come risulta poi dalla “Dichiarazione” redatta da don Emilio Cordero, a nome della Sampaolo Film, datata 27 ottobre 1955, rivenuta nella documentazione della revisione cinematografica relativa al cinegiornale n. 10, «i primi 9 numeri del cinegiornale di attualità dal titolo “Attualità Cattolica” sono stati editi a scopo sperimentale e non sono stati, e non verranno mai, immessi nei circuiti di distribuzione sia industriali che parrocchiali». Dunque, in questa bancadati pubblichiamo 3 documenti audiovisivi del tutto inediti e nello specifico i cinegiornali n. 2, 3 e 4.
Per quanto concerne la denominazione dei cinegiornali si segnala che dalla documentazione rinvenuta risulta che la testata cinegiornalistica, in alcuni casi, prese nome di “Attualità cattolica”.
L’intervento di catalogazione è stato svolto sui file video prodotti come output del processo di digitalizzazione ed è stato realizzato sulla base del tracciato della scheda audiovisivo del software xDams.
La digitalizzazione
Il fondo depositato presso l’Archivio Storico di istituto Luce Cinecittà ha una consistenza di 305 pellicole in 35mm di tipo safety tra negativi della scena, negativi della colonna audio, copie positive e copie di lavorazione. L’Archivio Storico Luce ha lavorato 41 soggetti unici completi per scena e colonna.
Il processo di digitalizzazione ha seguito tre macro-fasi di lavoro. Un primo intervento sui supporti fisici che ha previsto la riparazione, il ricondizionamento manuale al tavolo, la pulizia e il lavaggio con strumentazione meccanica dedicata.
La seconda fase ha previsto la scansione a secco, laddove presenti dei negativi originali, alla risoluzione 2K, formato dpx 10 bit log. La scansione è stata in “full frame”, ovvero scansionando una dimensione leggermente superiore a quella di un fotogramma 35 mm, per permettere una acquisizione più ampia. Questo processo, di overscan, include anche l’interlinea e la zona delle perforazioni, utile sia per correzioni in tempo reale in fase di scansione che per la postproduzione ed il restauro per la stabilizzazione del fotogramma.
La terza fase di postproduzione ha consentito la fornitura dei file digitali di output attraverso la stabilizzazione e pulizia digitale del fotogramma, sincronizzazione audio/video ed export di file di archiviazione e consultazione.